sabato 21 marzo 2020

Ripartenza attività del blog e novità sulle recensione dei libri

Dopo un periodo di ferma il Blog riparte con più slancio e le recensioni non saranno più una alla settimana, ma due: una il lunedì e una il giovedì.

Il lunedì sarà dedicato alla manualistica o a saggi, mentre il giovedi alla narrativa e temi più leggeri.

Il libro la cui recensione verrà presentata il lunedì verrà annunciato il sabato su twitter nello spazio del Blog @Librolandoconfabbris, mentre il libro che verrà presentato giovedì verrà annunciato nello stesso modo ma il mercoledì.

Nei prossimi mesi potranno esser presentate altre novità che via via saranno introdotte.

Nella giornata di sabato 21 verrà presentato il primo libro che verrà presentato lunedì e mi scuso per esser mancato per molto tempo, ma vari impegni hanno portato a dover esser per molto tempo assente.

Spero di ritrovarvi numerosi.

venerdì 5 aprile 2019

La storia d'Italia del 1993-1995 raccontata dal giornalista Enzo Biagi

Autore Enzo Biagi

Titolo Il fatto. 1993-1995 "Ho cercato di raccontare l'Italia che sta cambiando"

Editore Mondadori

Anno 1995

Genere Storia d'Italia

Isbn 88-17-84419-5

Pagine 319

Enzo Biagi, l'autore del volume che vi presento è un giornalista/opinionista che ha tenuto una rubrica anche televisiva sulla Rai1 dal titolo "Il fatto". Un programma che dopo l'editto bulgaro, attribuito a Berlusconi, lo portò come altri giornalisti a lasciare la Rai.

Tale volume vuole esser una raccolta scelta di articoli, interviste che l'autore del libro ha compiuto in prima persona negli anni 1993-1995 raccontandoci tale periodo. Un mondo quello raccontato che vedeva molti cambiamenti dopo il periodo burrascoso di Tangentopoli. E proprio con un prologo dal titolo "Giorni terribili" inizia il libro ricordando il 1992 che segnò la caduta della precedente classe dirigente azzoppata dalle inchieste della magistratura e diede la spinta ad una nuova classe dirigente, in parte scelta con criteri nuovi.

Tra passato e presente si muove il primo capitolo che si intitola "Il vecchio e il nuovo" che racconta il nuovo nato dalle ceneri del vecchio abbattuto da Tangentopoli e fa dei confronti tra la nuova classe dirigente e la precedente per capirne somiglianze e differenze.

Le classi dirigenti e le nostre società sono fatte di persone ed ecco quindi che ci si addentra nella vita politica e sociale attraverso le persone come se l'Italia fosse palcoscenico teatrale. In protagonisti e comparse con le interviste compiute in quegli anni dall'autore si entra nella vita dei leader e della truppa che li segue descrivendo le persone che vissero quegli anni portando i lori contributi.

Dedicando un capitolo dal titolo "Polemiche" l'autore a mio avviso vuole attraverso i suoi articoli segnalarci come con l'avvento della tv, e di una tv statale la Rai in mano ai partiti, la polemica diventi un stile del fare politica, sebbene si può dire che anche prima di tale periodo le polemiche esistessero.

Informazione, Rai e dintorni vuole entrare nel tema dell'informazione e della tv che sono la base della democrazia, in quanto si deve conoscere per votare consapevolmente. Forse emerge un po' di amarezza per il ruolo che l'informazione ha perso inseguendo lo show. Se leggete poi questo capitolo vedrete che si entra anche molto nella Rai che l'ha visto giornalista della stessa e come la lottizzazione delle cariche porti alcuni a tenersi lontano dalle stesse e degli effetti che ciò ha sul servizio pubblico.

Non poteva però Enzo Biagi chiudere degnamente il volume non toccando un'altro tema importante per un'Italia che vide le stragi di mafia e un declino di alcuni esponenti legati alla mafia attraverso un capitolo intitolato "I misteri della mafia". Quegli anni del 1993-1995 videro la mafia compiere stragi dopo che lo stato le inferse un colpo forte con le indagini arrivando anche a dei referenti politici. Ci fu secondo i racconti che vengono fatti una ricerca di nuovi referenti da parte della mafia in riorganizzazione.

Presentare un libro scritto nel 1995 può sembrare archeologia culturale, ma credo che questo libro possa dire molto anche al giorno d'oggi. Un tema attuale è sicuramente se il nuovo che ora utilizza i social e non la tv sia meglio o in qualche modo abbia ripreso anche pratiche passate esecrabili. Con un confronto tra presente e passato si può notare che alcune pratiche del passate sono ancora tra noi e spesso più che risolvere i problemi la polemica la fa da padrona. La mafia certo non è passata anzi è ancora tra noi e risulta dura a morire, sebbene come fenomeno umano e sociale può esser sconfitto. La Rai se guardiamo bene sebbene qualche cambiamento è afflitta, sebbene in parte in modo minore, da problemi annosi e l'informazione nell'era social ha perso ancora di più un ruolo che si cerca faticosamente di riconquistare. Un libro quindi scritto all'era della lira che però ci può far conoscere un periodo della nostra storia e dare magari qualche spunto per il futuro aiutando a capire il presente dando anche delle categorie su cui riflettere. Un libro che mi sento da consigliare a chi vuole conoscere la storia del nostro paese magari con un strumento diverso dal solito come può essere una raccolta di articoli di un autorevole giornalista.

sabato 12 gennaio 2019

Un primo assaggio di un triologia che ci porta nel Medioevo

Autore Ken Follet

Titolo I pilasti della terra

Editore Mondadori

CollanaOscar Mondadori

Anno 2009

Genere Storia, Romanzo

Isbn 978-88-04-41347-9

Pagine 1030

Questo romanzo è stato scritto nel 2009 e viene proposto nella versione Oscar Mondadori nel 2009 ed è il primo di una trilogia che non so quanto consapevolmente si è iniziata e comprende anche Mondo senza Fine (2007) e La colonna di fuoco (2017).

La versione che propongo qui è una ristampa del 2009 per la collana Oscar Mondadori che ha la copertina flessibile.

Se siete riusciti a leggere Mondo senza fine troverete questo romanzo di più facile lettura essendo meno descrittivo e meno lento di quello.

Il volume è diviso in 6 parti che si dipanano in 40 anni oltre al prologo che porta la data del 1123. Prologo breve che descrive il contesto dei fatti importanti sebbene all'inizio alcuni sembrano staccati dalla storia, ma si capirà.

Il Medioevo inglese e in particolare di Kingbridge, anche se alcuni fatti sono successi in Francia e Spagna, è di interesse di tale romanzo. Un periodo il Medioevo di forte differenziazione economico sociale e dove il dove il sistema feudale dava potere ai signori di fare il bello e cattivo tempo. Questo succede sopratutto se l'imperatore, al tempo Enrico VIII, crea una situazione di vuoto di potere essendo lo stesso in diverse guerre avvicendato. Sullo sfondo di tale scenario la realtà dei conventi e sopratutto di Kinsgbridge, guidato da Philomen , i quali diventano delle città con mercati e confliggono con i signori dei villaggi sopratutto se prosperano di più.

Altre realtà vengono alla luce nei villaggi guidati dal signore di turno e come anche le famiglie potenti posso soffrire le congiure di palazzo successo come la famiglia di Bartholomew che soccombe sotto Percy Hamleigh aiutato dal vescovo Warlan.

Una famiglia quando è caduta in disgrazia può subire il volere del vincitore e le figlie spesso pagano un caro prezzo come Aliena che subisce violenze indicibili da William Percy Hamgleigh.

La foresta poi è un altro luogo importante dove ci sono i fuorilegge e dove Tom e Ellen si trovano. Ellen viveva con il figlio Jack, mentre Tom viveva con due figli Alfred e Martha vagava dopo la morte della moglie che era morta dopo avergli dato un figlio. Il suo terzo figlio venne abbandonato in quanto non c'era latte da dargli.

Tom ritroverà il terzo figlio a Kingsbridge, dove Philomen lo porterà con se dopo averlo allevato in un piccolo monastero vicino la foresta dove un altro frate che lo aveva ritrovato lo portò dopo averlo chiamato Jonathan.

Li si intreccia la storia di Aliena e suo fratello Rudholph con quella della famiglia allargata di Tom e Ellen.

Nel romanzo tra le varie emerge un spaccato di quel periodo, ovviamente romanzato. Non è un romanzo che faresti leggere sotto i 14 anni per i temi di violenza e sesso che a volte ci sono con alcune scene abbastanza crude.

Nel romanzo entra via via nuovi personaggi come William Percy Hamgleigh che dopo le violenze su Aliena si avventa sulla moglie di Wufric, Maggie. Wufric in questo romanzo sembra abbastanza marginale, mentre nel 2007 con mondo senza fine avrà tutt'altro ruolo quasi come fosse un contatto tra le due storie.

1030 pagine sembrano tante, ma lo stile di scrittura utilizzato rende il romanzo godibile da tutti. La divisioni in parti e capitoli poi rendono la lettura con sicuramente più facile. Mi sento di consigliare la lettura a tutti con le avvertenze al pubblico giovane, il quale non dovrebbe esser troppo giovane.

sabato 5 gennaio 2019

Conoscere Avvenire, una voce quotidiana, attraverso la trattazione di alcuni temi trattati negli anni

Curatore Alessandro Zaccuri

Titolo Voci del Verbo Avvenire. I temi, le idee di un quotidiano cattolico

Editore Avvenire, Vita e Pensiero

Anno 2017

Genere Storia, Società, media, famigilia, lavoro, saggistica

Isbn 978-8834335888

Pagine189

Stampato a 50 anni dalla nascita di Avvenire, avvenuta nel 1968 per mano di Pio VI che volle fondere due giornale preesistenti L'Italia e Avvenire d'Italia, e presentato negli eventi per i festeggiamenti di tale traguardo vuole essere la riflessione sui temi che già il giornale ha proposto nel corso degli anni utilizzando nei capitoli anche lavori di chi dei vari temi si è occupato per Avvenire.

In ultima di copertina c'è una frase significativa di Gualtiero Bassetti che può descrivere le motivazioni alla base di avvenire e di tale libro: "Se la Chiesa non comunicasse, verrebbe meno alla sua missione". Un altra frase riporta in quella pagina di copertina quella di Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, che mette in luce la missione dello stesso: "Tutto può cambiare e riusciamo a vedere le come nella loro realtà e verità". Temi questi ripresi nell'introduzione che vogliono e che vogliono dare l'idea di un quotidiano che ha una linea dettata della proprietà forte, ma che lascia nel raccontare i fatti ai giornalisti la massima libertà col sole limite della verità.

I giornalisti sono i protagonisti del volume che vuole attraverso attraverso una selezione dei pezzi scritti da giornalisti attualmente in servizio al giornale o passati per lo stesso trattare diversi temi portanti divisi in macrotemi: il mondo, la chiesa, la società, la giustizia, la cultura; temi che hanno portato a dibattiti o che sono fonte ancora di dibattiti e attualità. Non sto ad addentrarmi nei singoli temi trattati perchè farti torti per la brevità che si conviene trattarli in tal modo e molti andrebbero alcuni lasciati da parte, ma si può sottolineare la varietà che tali temi hanno. Qui mi sento di segnalare due capitolo che si intitolano "Il tempo lungo dei migranti" e "La realtà vista dai social network", che coinvolgono diversi aspetti dell'attualità.

Ai festeggiamenti a Mezzano di Primiero nell'estate 2018 si è presentato il libro con una serata dedicata alle fake news che sebbene non è stato sviscerato in profondità a poi toccato il taglio editoriale di Avvenire che è di stampo generalista e non di nicchia vista anche i dati dei lettori. Anche per chi, come me, non ha in Avvenire il suo quotidiano può trovare spunti importanti riflessione in uno stile di scrittura fluida che si lascia leggere in modo molto godibile. Ora vi lascio alla lettura sperando di sentire la vostra.

sabato 29 dicembre 2018

Fuori controllo? Capire l'Antropocene e le sue sfide da più angoli.

Autore Thomas Hylland Eriksen

Traduzione Chiara Melloni

Titolo Fuori controllo. Un'antropologia del cambiamento accelerato.

Editore Einaudi

CollanaI Maverick

Genere Sociologia,Antropologia Saggi

Isbn 978-88-06-23451-5

Pagine 600

Fuori controllo non poteva esser titolo più azzeccato per un libro che vuole a mio avviso esser un saggio sui problemi dell'Antropocene, era iniziata dalla rivoluzione industriale e che ancora stiamo vivendo e che si caratterizza dall'emergere come non mai degli effetti dell'impronta umana sul pianeta.Qualcuno leggendo che a mio avviso leggendo di saggio si sarà già fermato pensando ad un pesante saggio universitario, ma nulla di tutto ciò è tale volume che vuole essere un saggio divulgativo.

Il libro già dalle prime battute non è ambiguo e anzi fa capire subito il taglio che si vuole dare all'esposizione dei temi. Il primo capitolo parte dal surriscaldamento e pone molte domande che tanti temi ad esso legati come questo: "Il mondo è troppo pieno"? Temi quelli affrontati arrivati alla ribalta almeno da quando è assurta alla ribalta la rivoluzione Gaia.

Nella trattazione svolta nel volume si cerca di tenere assieme i due piani della questione la scala ampia dei macrosistemi con la scala ridotta dell'antropologo per affrontare il problema da ambo i lati mettendo in luce le contraddizioni che spesso si trovano quando si cerca di rispondere ai fenomeni e come la globalizzazione spesso a livello locale viene vista in modo differente che a livello globale.

Dal capitolo 3 vengono trattati i temi, mentre al secondo capitolo si procede ad un inventario concettuale necessario per una trattazione rigorosa e per la comprensione del volume. I temi trattati dall'autore di questo saggio sono:

  1. energia;
  2. mobilità;
  3. città;
  4. rifiuti;
  5. sovraccarico di informazioni;
  6. conflitti di scala;

La trattazione dei temi in quest'ordine scendendo il tema successivo fa uso delle considerazioni del tema trattato prima. Senza affrontare tutti i temi però una considerazione merita l'ultimo, in quanto più che un tema assestante, anche se come detto i temi si contamino, è unificatore e da il tipo di lettura che l'autore vuole dare nel suo volume. Infatti i problema di scala fanno capire la scala globale e locale possa portare le persone a vedere i problemi in modo diverso e come possano convivere una visione globalista e una più ridotta locale che alimenta "i populismi". Senza andare sul tema migranti e rimanendo sul surriscaldamento una delle cause anche delle migrazioni, come i vari vertici Kyoto e Parigi affrontino il tema proponendo soluzioni che poi trovano difficoltà di applicazioni si scontrano con la realtà di tutti i giorni.

Un saggio divulgativo che può esser utile anche al cittadino della strada sia a chi voglia ricoprire cariche pubbliche. Non potrà esser un volume esaustivo e approfondito, ma non essendo di tipo accademico non si può prendere. L'obbiettivo però divulgativo e raggiungere un pubblico più vasto per porsi in modo più completo i problemi del nostro tempo comprendere le implicazioni, o almeno intuirle, dell'Antropocene.

domenica 23 dicembre 2018

Sacro e profano raccolto nell'Alberon che racconta una comunità

Curatore Matteo Melchiorre

Titolo Requiem requiem per un albero. Resoconto dal Nordest con l'inedito "i rami di Bob Marley"

EditoreEdizioni Spatarco

Anno 2007

Edizione Seconda Edizione

Genere Narrativa

Isbn 87-583-76-2

Il titolo Requiem per un albero sembra provocatorio, in quanto il requiem richiama qualcosa di sacro e importante ed accostato ad un albero può sembrare fuori luogo.

A volte però ci cono alberi come l'albero definito "Alberon", il quale fino al 2002 giaceva a Tomo, che diventano iimportanti fino a diventare luoghi. Ecco quindi che l'albergo e la sua storia diventa memoria della storia di un luogo e delle persone che lo vivono e che trovano la spunto dalla caduta dello stesso per raccontarsi. Spesso però nei racconti si arriva a toccare la percezione che della comunità raccolta attorno all'albero hanno le altre comunità.

A volte si può voler far l'esercizio di risalire all'età dell'albero e ed ecco che a seconda della persona che partecipa a tale sfida che si può trasformare in qualcosa di mitologico se la persona a sempre visto l'albero che può far risalire l'età in la nel tempo alla notte dei tempi.

Coi racconti dei cittadini di Tomo e con la documentazione ritrovata lo storico Matteo Melchiorre scrive la storia dell'Alberon di Tomo attraverso le testimonianze orale senza voler, seppur con approccio rigoroso della storia appesantire il racconto descritto come racconto.

Questa seconda versione è impreziosita da un inedito "i Rami di Bob Marley"che raccontano di un albero che ha messo le gambe. Non è che l'albero si è messo a farsi una canna e si vedeva con le gambe e gli pareva di camminare, ma come la musica di Bob Marley a camminato con il suo autore si è spostato coi suoi racconti di paese di paesi per raccogliere le storie simile o no che si incontrano attraverso persone che si incontrano. Se si vuole fare veramente arrivare a descrivere prendendo a prestito senza fare paragoni ne ledere maestà altrui si può dire che nel suo piccolo Melchiorre sembra fare il piccolo Tolkien e raccontarci una fiaba vera ricalcante lo stile del Signore degli annelli nella foresta dove due Hobbit si trovano, sebbene non la foresta conosciuta, a parlare co degli alberi che si muovono. E' questo forse che vuole essere i rami di Bob Marley un inedito dove si racconta i paesi toccati e le storie del rapporto di singoli individui e il rapporto con gli alberi della loro comunità.

Un viaggio quello proposto col racconto di Matteo Melchiorre che vale la pena percorrere perchè forse la conoscenza di questa piccola comunità può esser importante per porsi qualche domanda e chissà riscoprire in questo racconto anche qualcosa di noi stessi e della nostra comunità.

domenica 16 dicembre 2018

Una traduzione del Corano che può aiutare la conoscenza del stesso anche se datata

Curatore Martino Mario Moreno

Titolo Il Corano

Editore UTET

Collana Classici delle religioni

Anno 1971

Edizione Ristampa

Genere Religione, Saggi

Isbn 88-020-142-56

Pagine 600

L'edizione è una ristampa avvenuta nel 1971 dopo che la prima edizione avvenne nel 1967, ma lo stesso come si evince dall'introduzione del libro è un lavoro che affonda le radici nel periodo degli anni 1950-1955. Il periodo in questione ha fatto si che il curatore Martino Mario Moreno era direttore dell'Istituto Italiano di Cultura in Libano. Prima di iniziare la traduzione spiega la metodologia usata nel lavoro e come sia stata utilizzata la versione di Uthman (esistono diverse versioni) la quale è riconosciuta come testo canonico. Un fatto importante che in introduzione il curatore mette in luce è che la traduzione sia stata fatta in Libano ove confessioni diverse vivono in armonia. Un lavoro che vuole unire e non dividere mettendo in luce i punti in comune.

La presentazione del corano non è stata a differenza di altri curatori non è stata variata e presenta 112 sure (rilevazioni avvenute al profeta Maometto da Dio), le quali sono divise in versetti.

Le sure vengo recitate e sono messe in ordine decrescente di lunghezza, tranne la prima che è cortissima, e trattano vari temi, tra i quali qualcuno coinvolge anche la religione cristiana come la figura di Cristo. In esso si trovano anche informazioni sulla condizione femminile , la guerra santa e anche questioni di eredità. Il corano permane comunque rimane un libro di preghiera e non di diritto islamico che viene trattato da altri libri islamici.

Interessante il tema della guerra santa che affonda la sua origine nella guerra di Medina come è ben descritto bene nel libro e che realmente ci fu, ma storicizzando il fatto e visti i mezzi attuali di difesa dei principi dovrebbe non esser strumentalizzata per altre guerre. Per una migliore lettura del testo l'autore fa uso di note ove vengono date informazioni sui fatti storici da cui deriva ciò che è riportato nel corano e in qualche caso riporta il termine anche originale.

Non si posso affrontare tutti i temi del corano ma un altro vorrei affrontarlo la questione della donna. La stessa posta in una situazione diversa dall'uomo il quale può avere molte donne (max 4 mogli e molte concubine) anche se deve garantirne un'adeguata condizione di vita a tutto, oltre al fatto che l' unione uomo donna posso finire. La questione della donna viene affrontata anche nell'eredità che senza entrare nei calcoli vedono la donna prendere molto meno dell'uomo.

Ultimo aspetto che affronto è Gesù che non viene visto come figlio di Dio essendo per i mussulmani ciò un associazione degna dei politeisti, ma invece tale figura viene vista come un profeta alla stregua di Maometto.

Le rivelazioni vengono a Maometto come insegnamento da dare ai popoli di lingua araba, dopo che Dio ebbe dato la Tora agli ebrei e la Bibbia ai cristiani, i quali spesso ne disattendono gli insegnamenti. Aspetto interessante il fatto di chi disattende gli insegnamenti in quanto si fa riferimento a castighi che Dio infigge o e ai premi che dona a secondo della condotta dell'uomo. Viene inoltre fatto riferimento alla bontà di Dio e all'ingratitudine umana.

Per concludere, il volume che qui descrivo può esser datato, ma risulta un lavoro metodologicamente ben fatto che esprime come la traduzione è avvenuta e la versione che è stata usata a volte contemplando contaminazioni da lavori altrui. 600 pagine quelle di questo volume non facili ma non impossibili da affrontare che potrete trovare usato o in qualche biblioteca come successo a me e che può dare una visione chiara sull'islam a chi vuole conoscerlo senza pregiudizi.