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domenica 23 dicembre 2018

Sacro e profano raccolto nell'Alberon che racconta una comunità

Curatore Matteo Melchiorre

Titolo Requiem requiem per un albero. Resoconto dal Nordest con l'inedito "i rami di Bob Marley"

EditoreEdizioni Spatarco

Anno 2007

Edizione Seconda Edizione

Genere Narrativa

Isbn 87-583-76-2

Il titolo Requiem per un albero sembra provocatorio, in quanto il requiem richiama qualcosa di sacro e importante ed accostato ad un albero può sembrare fuori luogo.

A volte però ci cono alberi come l'albero definito "Alberon", il quale fino al 2002 giaceva a Tomo, che diventano iimportanti fino a diventare luoghi. Ecco quindi che l'albergo e la sua storia diventa memoria della storia di un luogo e delle persone che lo vivono e che trovano la spunto dalla caduta dello stesso per raccontarsi. Spesso però nei racconti si arriva a toccare la percezione che della comunità raccolta attorno all'albero hanno le altre comunità.

A volte si può voler far l'esercizio di risalire all'età dell'albero e ed ecco che a seconda della persona che partecipa a tale sfida che si può trasformare in qualcosa di mitologico se la persona a sempre visto l'albero che può far risalire l'età in la nel tempo alla notte dei tempi.

Coi racconti dei cittadini di Tomo e con la documentazione ritrovata lo storico Matteo Melchiorre scrive la storia dell'Alberon di Tomo attraverso le testimonianze orale senza voler, seppur con approccio rigoroso della storia appesantire il racconto descritto come racconto.

Questa seconda versione è impreziosita da un inedito "i Rami di Bob Marley"che raccontano di un albero che ha messo le gambe. Non è che l'albero si è messo a farsi una canna e si vedeva con le gambe e gli pareva di camminare, ma come la musica di Bob Marley a camminato con il suo autore si è spostato coi suoi racconti di paese di paesi per raccogliere le storie simile o no che si incontrano attraverso persone che si incontrano. Se si vuole fare veramente arrivare a descrivere prendendo a prestito senza fare paragoni ne ledere maestà altrui si può dire che nel suo piccolo Melchiorre sembra fare il piccolo Tolkien e raccontarci una fiaba vera ricalcante lo stile del Signore degli annelli nella foresta dove due Hobbit si trovano, sebbene non la foresta conosciuta, a parlare co degli alberi che si muovono. E' questo forse che vuole essere i rami di Bob Marley un inedito dove si racconta i paesi toccati e le storie del rapporto di singoli individui e il rapporto con gli alberi della loro comunità.

Un viaggio quello proposto col racconto di Matteo Melchiorre che vale la pena percorrere perchè forse la conoscenza di questa piccola comunità può esser importante per porsi qualche domanda e chissà riscoprire in questo racconto anche qualcosa di noi stessi e della nostra comunità.