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sabato 23 dicembre 2023

Storia dell'influenza spagnola che fece temere la fine del mondo. Come venne affrontata in Italia

 

Eugenia Tognotti,  La “spagnola” in Italia. Storia dell’influenza che fece                     temere la fine del mondo (1915-1918). Prefazione di  Gilberto Corbellin,  8846436992X

Autore        Eugenia Tognotti

Titolo          La “spagnola” in Italia. Storia dell’influenza che fece                     temere la fine del mondo (1915-1918). Prefazione                        di  Gilberto Corbellin 

Editore        Franco Angeli Editore

Anno           2002

Genere       saggio, medicina, società, storia

Isbn            8846436992X




Eugenia Tognotti con questo volume ci racconta la “spagnola” in Italia, un’epidemia influenzale che colpi nel 1918-1919 l’Italia oltre che altri paesi nel mondo. La Prefazione inquadra il volume nell’ambito della storia medica.

  • Il volume si dipana in tre capitoli:
  • 1.      Il primo allarme;
  • 2.      Il fronte medico – sanitario;
  • 3.      La grande Morte.

Il primo capitolo affronta il tema del primo impatto con l’epidemia,  che è ambivalente: da una parte c’è la voglia di conoscenza, in un mondo che ancora non conosceva i virus per mancanza di tecnologia adeguata; dall’altra la volontà di nascondere per evitare impatti sul morale delle truppe in modo di poter affrontare la guerra in modo adeguato.

Il secondo capitolo affronta il fronte medico-sanitario descrivendo cure, strategie terapeutiche e norme igieniche per limitare il contagio.

La grande morte, questo è il titolo del terzo capitolo e affronta il lutto e la comunicazione dello stesso. Affrontare il lutto è anche modalità di congedarsi dal caro morto e come l’epidemia ha cambiato ciò imponendo spesso un congedo senza segni evidenzi, in particolare senza funerali. Sul tema della comunicazione essa si intreccia con la guerra e quindi con l’esigenza di evitare di comunicare debolezza e quindi una censura dell’entità dei lutti.

Per addentrarsi in tale percorso l’autrice fa riferimento a archivi istituzionali, bollettini, riviste scientifiche (sia economiche sia mediche) e a quotidiani. Un volume ben strutturato che aiuta a capire tale epidemia e il contesto in cui tutto si svolge.  Se si guarda la struttura e il contenuto  si evince una ricerca ben costruita che cerca la semplicità per poter esser letto da tutti.  Le numerose note che il volume presenta sono utili  a chi vuole approfondire e dimostra la mole di lavoro che tale volume a dietro.  Nella lettura un lettore medio può limitarsi al libro essendo conscio come sia difficile per lo stesso  procurarsi riviste scientifiche, quotidiani e archivi anche datati, i quali spesso non sono accessibili a tutti.

Un  buon volume di cui mi sento di consigliare la lettura a chi vuole approfondire il tema dell’epidemia di  spagnola da più lati , sebbene lo stesso non è proprio recente. 

  



lunedì 23 gennaio 2023

La storia vista come somma delle scelte compiuti. Da Carlo V ai conflitti mondiali per riscoprire le radici d'Europa


Franco Cardini, Sergio Valzania, Arnoldo Mondadori, Le radici perdite dell’Europa da Carlo V ai conflitti mondiali,  88-04-53413-3
Autore
               Franco Cardini

Autore               Sergio Valzania

Titolo                 Le radici perdite dell’Europa da Carlo V ai                                   conflitti mondiali

Editore               Arnoldo Mondadori

Postfazione        Lucio Canfora

Anno                   2006

Edizione             I
    
Genere                saggio, storia politica

                                               Isbn                    88-04-53413-3

 

Le radici perdute d’Europa è un saggio storico,politico con un taglio diverso dal solito.  Gli autori del saggio vogliono raccontare un pezzo di storia da Calo V ai conflitti mondiali sottolineando come la storia non sia uno scorrere ineludibile e come la spesso la storia, con scelte diverse può portare a risultati diversi.

L’esperienza del Sacro Romano Impero, nella figura di Carlo V, è  un’esperienza di struttura pressoché continentale, che tranne la Francia, comprendeva tutta l’Europa o quasi.  Un’esperienza che teneva in se un grande progetto unificatore di culture, religioni, nazionalità e che è durata secoli con discreta stabilità e che nelle dinamiche famigliari cercava l’espansione e la solidità.

Il federalismo era, poi, un tratto del Sacro Romano Impero attuato attraverso la dislocazione di persone di fiducia e la corrispondenza verso l’imperatore  quando l’imperatore no era presente. Un modello non perfetto con lacune anche in fase di implementazione (a tecnologia del tempo) , ma che mostra che il modello stato nazione non era eludibile e frutto di scelte ed errori.

Un libro, questo, che vuole riscoprire le radici dell’Europa o meglio del percorso europeo  e che può costituire base di riflessione per una nuova Europa. Un’Europa quella attuale che vede nella sua costruzione il peso degli Stati Nazione e che si basa fin’ora sul modello francese. Il peso degli Stati Nazione frena l’integrazione europea, visto che i diversi nazionalismi  (che hanno portato anche a due guerre mondiali), a causa di differenziazioni nazionali strutturali, sebbene ci siano strumenti digitale e la globalizzazione che riduce le distanze tra vari luoghi del mondo.

Ritengo interessante la lettura di questo libro a tutti anche se limiterei l’età di lettura sopra i 16 anni, perché solo con una certa maturità si può capire meglio le tematiche trattate. Per ragazzi delle superiori lo inserirei accanto ai testi insegnati a scuola con la finalità di aprire un discorso legato a periodi storici diversi che vengono studiati: il Sacro Romano Impero, le Guerre Mondiali, il Progetto dell’Unione Europea.

Un libro, quello di cui consiglio la lettura, per riflettere sul progetto dell’Unione Europea, l’UE, e come la storia non sia uno scorrere ineludibile. Vi lascio ora alla lettura del libro con la riflessione che si trova  in ultima di copertina che racchiude il pensiero degli autori sul periodo trattato  e ciò che ha rappresentato anche come modello per l’Europa:”Un passaggio cruciale della storia europea, un’occasione perduta, un modello possibile”.

 

 

sabato 5 gennaio 2019

Conoscere Avvenire, una voce quotidiana, attraverso la trattazione di alcuni temi trattati negli anni

Curatore Alessandro Zaccuri

Titolo Voci del Verbo Avvenire. I temi, le idee di un quotidiano cattolico

Editore Avvenire, Vita e Pensiero

Anno 2017

Genere Storia, Società, media, famigilia, lavoro, saggistica

Isbn 978-8834335888

Pagine189

Stampato a 50 anni dalla nascita di Avvenire, avvenuta nel 1968 per mano di Pio VI che volle fondere due giornale preesistenti L'Italia e Avvenire d'Italia, e presentato negli eventi per i festeggiamenti di tale traguardo vuole essere la riflessione sui temi che già il giornale ha proposto nel corso degli anni utilizzando nei capitoli anche lavori di chi dei vari temi si è occupato per Avvenire.

In ultima di copertina c'è una frase significativa di Gualtiero Bassetti che può descrivere le motivazioni alla base di avvenire e di tale libro: "Se la Chiesa non comunicasse, verrebbe meno alla sua missione". Un altra frase riporta in quella pagina di copertina quella di Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, che mette in luce la missione dello stesso: "Tutto può cambiare e riusciamo a vedere le come nella loro realtà e verità". Temi questi ripresi nell'introduzione che vogliono e che vogliono dare l'idea di un quotidiano che ha una linea dettata della proprietà forte, ma che lascia nel raccontare i fatti ai giornalisti la massima libertà col sole limite della verità.

I giornalisti sono i protagonisti del volume che vuole attraverso attraverso una selezione dei pezzi scritti da giornalisti attualmente in servizio al giornale o passati per lo stesso trattare diversi temi portanti divisi in macrotemi: il mondo, la chiesa, la società, la giustizia, la cultura; temi che hanno portato a dibattiti o che sono fonte ancora di dibattiti e attualità. Non sto ad addentrarmi nei singoli temi trattati perchè farti torti per la brevità che si conviene trattarli in tal modo e molti andrebbero alcuni lasciati da parte, ma si può sottolineare la varietà che tali temi hanno. Qui mi sento di segnalare due capitolo che si intitolano "Il tempo lungo dei migranti" e "La realtà vista dai social network", che coinvolgono diversi aspetti dell'attualità.

Ai festeggiamenti a Mezzano di Primiero nell'estate 2018 si è presentato il libro con una serata dedicata alle fake news che sebbene non è stato sviscerato in profondità a poi toccato il taglio editoriale di Avvenire che è di stampo generalista e non di nicchia vista anche i dati dei lettori. Anche per chi, come me, non ha in Avvenire il suo quotidiano può trovare spunti importanti riflessione in uno stile di scrittura fluida che si lascia leggere in modo molto godibile. Ora vi lascio alla lettura sperando di sentire la vostra.