Autore Donatella di Cesare
Titolo Heidegger e gli ebrei. I “Quaderni neri
Editore Bollati Boringhieri
Edizione Prima Edizione
Anno Novembre 2014
Genere saggio, filosofia
Isbn 978-88-339-2558-5
Donatella di Cesare entra con tale volume sul rapporto tra Heidegger e gli ebrei, che ha reso tale filosofo ancora più controverso di ciò che già era
Per entrare e affrontare ciò non si può non fare riferimento anche ai quaderni neri di Heidegger, i quali fecero discutere già ai suoi tempi. Fecero discutere i quaderni neri, sebbene la questione ebraica abbia appassionato studiosi e filosofi di ogni tempo e che non sembra ancora trovato soluzione.
Heidegger è stato associato al nazismo e le sue idee vengono riprese nei consessi dei negazionisti della Shoah tenutesi anche in Iran.
Il primo saggio inquadra la figura di Heidegger divisa tra filosofia e politica. E’ particolarmente interessante l’incipit al capitolo “Il pentimento non è virtu” che descrive bene Heidegger filosofo coerente con se stesso. Le parole riportate nel capitolo per stralcio chiariscono ancora meglio tratte dall’ammissione di Hedigger “filoso e nazista finché vi aggrada” ove non rifugge come molti le sue responsabilità.
Si passa nel volume in rassegna la sua filosofia che tocca anche le questione ebraiche, e come era presente anche in posizioni di altri filosofi e anche della Chiesa prima di Heidegger.
Essere e tempo è il saggio che consacro Heiddeger e affronta la questione dell’essere e l’autenticità nel tempo dello stesso. Sebbene lo stesso non parli di ebrei alcune costruzioni filosofiche pregevoli possono esser usate contro gli ebrei. In quel periodo arriva l’attacco al suo mentore Husserl.
Dopo Auschwitz la questione degli ebrei e di Israele non è conclusa ma fa ancora discutere. Se Heidegger avesse rinnegato se stesso avrebbe forse trovato pace, ma forse non è questo che lo stesso avrebbe voluto e invece voleva far discutere anche le future generazioni. Mentre molti intellettuali, politici hanno rinnegato se stessi hanno rinnegato se stessi lui non lo fece mai e già hai suoi tempi dava adito a sentimenti contrastanti. Come filosofo ha portato avanti delle buone riflessioni su molti temi ancora oggi discusse e venne notato anche all'interno dell’università.
Ha un merito anche sulla questione ebraica dimostrare come un idea aberrante possa attirare anche gli intellettuali e ciò può esser utile anche ai giorni nostri tempi. Il nazismo aveva anche una base intellettuale.
Se si vuole leggere i libri neri ci sono versioni anche in tedesco riportate in bibliografia. Questo saggio merita la lettura per il quadro d’insieme di un periodo da una visuale spesso tralasciata: la prospettiva degli intellettuali per capire il passato, presente e le partite aperte, come la questione ebraica.
Per i temi trattati e per il tipo di scrittura lo consiglio ad adolescenti e adulti con una cultura almeno secondaria o comunque non superficiale, come una lettura non superficiale richiede tale saggio che richiede tra l’altro senso critico e non mera assimilazione. Con queste avvertenze consiglio la lettura del saggio a chiunque voglia approfondire la questione del nazismo e della questione ebraica da un punto di vista intellettuale aprendosi ad idee (magari becere) con mentalità aperta a anche a idee non si condividono ma che interrogano a volte anche il nostro presente.
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